Cortometraggio: "Vestito d'estate" [Une robe d'été] (Francia 1996, 15 min.): Sesso e amore, anzi pansessualità e amori vissuti gioiosamente. L'impianto, l'ambientazione e il racconto dei protagonisti sembrano un film di Eric Romher ma la rarefazione esterrefatta e platonica del Maestro qui vira in una abbacinante carnalità: l'estate al mare di un adolescente che scopre l'erotismo tra le braccia di una ragazza grandicella per lui e con un suo coetaneo, compagno di vacanza. Le note di Bang Bang (versione francese di Sheila), la canzone gaya e melò che, nel siparietto iniziale, ballato e inquadrato in campo medio a evidenziarne la distanza quasi teatrale, traina la vicenda verso una progressiva esposizione dei corpi e dei coiti, sempre più disinibiti e leggeri, vissuti con grazia e riconoscenza. Un primo assaggio delle magnifiche ossessioni di François Ozon che sfoceranno coi lunghi (Amanti Criminali, Sotto la Sabbia, Swimming Pool) nella rilettura del melò, tra ragione e sentimento, eros e potere, sull'asse drammaturgico già tracciato dal trio, Sirk-Fassbinder-Almodóvar. (Fonte: Torino GLBT film festival). In questo corto, tutti gli stereotipi vengono rotti: il luogo comune vuole che si possa avere una storia fissa eterosessuale e solo avventure a livello omosessuale, e qui avviene il contrario; altro luogo comune vorrebbe la coppia stereotipata nei ruoli sessuali secondo l'apparenza, e anche per questo qui avviene il contrario.
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