DA FIGLIO DI UN CAMORRISTA A PRESIDENTESSA DELL'ARCI GAY

DA FIGLIO DI UN CAMORRISTA A PRESIDENTESSA DELL'ARCI GAY



Per il primogenito di un temuto capo camorrista del sud Italia, le aspettative filiali erano crudeli ma chiare: finire a gestire l'azienda di famiglia.

Ma Daniela Lourdes Falanga ha sfidato le aspettative fin da bambina.

Invece di assecondare ciò che suo padre ha dato per scontato ed entrare nel mondo dell'intimidazione, della violenza e dell'omicidio, Daniela è stata la prima donna trans ad essere eletta presidente di una sezione di Arcigay, la più antica associazione italiana di diritti LGTBQI.

"Cinquant'anni dopo i disordini di Stonewall, dobbiamo difendere i diritti per cui lottiamo e gridare ciò che chiediamo", dice.

Daniela è anche un'assistente sociale che assiste i detenuti LGTBQ nel carcere di Poggioreale di Napoli, difendendo coloro che hanno vissuto "le esperienze più marginali", come il lavoro sessuale e gli arresti, tra gli altri.

Questo è il lavoro che l'ha riportata dal padre dopo 25 anni di separazione.

Daniela, 41 anni, è cresciuta negli anni '80 a Torre Annunziata, vicino Napoli. Suo padre ha lasciato la famiglia poco dopo la nascita di Daniela per stare con un'altra donna, con la quale ha avuto quattro figlie. Sebbene avesse formato una nuova famiglia, il padre aveva ancora dei progetti per Daniela, essendo "l'unico erede maschio" a seguire le sue orme come capo del clan camorristico.

Nel mondo delle famiglie criminali napoletane non è facile parlare nelle strutture patriarcali di sessualità o identità. Daniela spiega che sua madre reagiva male ogni volta che esprimeva qualsiasi interesse o emozione che potesse essere considerata femminile. "Mia madre mi terrorizzava", ricorda. Per suo padre, "era come un oggetto inanimato", dice Daniela. "Non mi ha nemmeno guardato."

A scuola e per strada, altri bambini la deridevano perché "strano" o "figlio del capo", e Daniela ha pensato più volte al suicidio.

Una sera, l'attrice transgender e cantante Eva Robin è andata in televisione. Daniela ha avuto l'illuminazione, In un lampo, ha visto che "la vita che mi era stata negata fino ad allora. Poco dopo, Daniela iniziò ad andare a scuola vestita da ragazza, anche se la sua famiglia cercò di fermarla."

Daniela ha subito un intervento di riassegnazione sessuale prima di compiere 30 anni all'Ospedale San Camillo di Roma, e ha potuto cambiare legalmente il suo nome, battezzandosi come Daniela Lourdes Falanga, un nome che invoca i santi ed è ispirato dalla sua fede in Dio, dice.

La sua operazione ha anche segnato l'inizio del suo attivismo a sostegno delle lavoratrici sessuali transgender. "Napoli ha un numero di donne transgender tra i più alti al mondo e abbiamo difficoltà a trovare lavoro", riconosce. "Molti sono costretti alla prostituzione perche' non hanno un'altra possibilita'. E il lavoro è la chiave dell'autodeterminazione.

Suo padre è stato arrestato a metà degli anni '80 e, sebbene stia attualmente scontando un ergastolo nel carcere di Rebibbia a Roma, Daniela preferisce che il nome del padre non sia legato alla sua storia. Le violente lotte tra famiglie napoletane gettano una lunga ombra e alcuni possono ancora cercare vendetta. 

Il suo attivismo la ha riportato a contatto con il padre in un incontro casuale, dopo 25 anni senza vedersi.

Entrambi erano stati invitati ad un evento antiviolenza a Napoli: lei come presidente di Arcigay Napoli e lui come attore in uno spettacolo teatrale con altri detenuti sulla discriminazione e la violenza.

Non si sa se il padre di Daniela ha rinunciato al suo passato criminale, ma il fatto di aver accettato, anche se tardivamente, l'identità di sua figlia li ha aiutati a sistemare i loro rapporti. Secondo Daniela, i due si sono riconosciuti e alla fine si sono abbracciati.

Da allora ha rivisto suo padre e sente che "finalmente mi ha riconosciuto come donna".

La famiglia ha significato molte cose diverse per Daniela nel corso degli anni e oggi è sinonimo di speranza per il futuro. Il suo partner, Ilario, 24 anni, è un uomo transgender. La coppia vorrebbe avere un figlio e Ilario non ha in mente un intervento di riassegnazione sessuale.

Daniela lo sostiene. Lei è contraria a qualsiasi cambiamento che venga fatto "in nome di una concezione binaria dei corpi, che è stata inconsciamente inglobata anche nelle persone trans. Siamo uomini e donne trans con peculiarità diverse..... e possibilità straordinarie.


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FONTE: https://www.huffingtonpost.es/entry/trans-mafia-italia_es_5cfa8d63e4b0aab91c055ac1?fbclid=IwAR38v7MwXyofV48mHJdRuOmatmBcn75m5tnXRc8PObU8cwyZjW3TeXH404o