INTERVISTA A UN BAMBINO TRANS F TO M: L'UNICA COSA CHE HO CAMBIATO È STATA IL NOME

INTERVISTA A UN BAMBINO TRANS F TO M: L'UNICA COSA CHE HO CAMBIATO È STATA IL NOME

Axel, 10 anni, vive a Madrid ed è un bambino trans. Sua madre e suo padre sanno che è sempre stato felice e non vogliono che smetta di esserlo. Ecco la sua intervista.
 
La realtà delle persone trans continua ad essere irta di ignoranza, pregiudizi e stigma, pur essendo semplicemente una delle tante manifestazioni della diversità. In tutte le parti del mondo ci sono persone trans. Axel, 10 anni, vive a Madrid ed è uno di loro. Sua madre e suo padre sanno che è sempre stato felice e non vogliono che smetta di esserlo.

-Oltre ad essere un bambino trans, cos'altro ti definisce?

-Non ci ho mai pensato..... Sono molto bravo a giocare a calcio! Sono un figlio unico, sono alla quinta elementare -una volta che ho preso 10 in inglese-.

-Quale materia sai trattare meglio?

-Ginnastica..... No, musica. In terza elementare ho iniziato a suonare il flauto e in questo corso ho letto direttamente nelle partiture.  

-Ti piace molto il calcio..... Di che squadra sei?
-Mi piace l'Atleti..... poi il Barça, il Madrid e la Juventus..... Ma solo perché ci sono Ronaldo e Messi.

-E cosa vorresti essere da grande?
-Calciatore professionista! L'anno scorso volevo fare il poliziotto, e mio padre e mia madre dicono che volevo anche guidare gli elicotteri. 

-Che ricordi hai di quando eri piu' piccolo?
-Non ricordo molto...... C'è una cosa che mi fa ridere quando ero piccolo: invece di dire 'sciroppo' ho detto 'garage', e quando ho preso lo sciroppo ho chiesto a mia madre di avere 'garage'. Avevo un garage per giocattolo e lei non capiva perché volevo giocare se non era buono. Anche una volta che sono rimasto a casa di mia zia, ho voluto vedere Micky Mouse ma dicevo Piti Kos, e lei è impazzita perché non ha capito quello che volevo. Ma la parola "elicottero" l'ho capita subito! Devo aver avuto circa due anni.

-Axel, perche' ti chiami così?

-Perche' mi e' piaciuto. L'ho preso da Internet, da una pagina di nomi, la prima che abbiamo visto, sulla prima pagina. Abbiamo guardato tre o quattro nomi ed è quello che ci è piaciuto di più. Appare in una serie, nel libro delle lingue, in due giochi..... L'ho scelto a marzo dell'anno scorso. È passato più di un anno! Mi sembra che Natale era ieri e ora è estate.

-Conosci altre persone che hanno scelto il loro nome?

-Carlos, penso che l'abbia scelto lui, o la sorella. E' il figlio di un amica di mia madre che è a Siviglia ed è anche lui un trans. Ha la mia stessa età e a noi piacciono le stesse cose: calcio, macchine [per videogiochi], bambole di legno in movimento, pianoforte..... Una volta che ho dormito a casa sua abbiamo giocato un sacco! Ma durante il bagno mi vergognavo, e sua madre mi disse che non importava, che eravamo entrambi uguali. E alla fine non ci vergognavamo più. Per spogliarci allo stesso tempo abbiamo detto "uno, due..... e patata", e abbiamo iniziato a ridere. 

-Hai mai avuto problemi dal dottore?
Alla visita infermieristica di 9 anni mi è stato detto che il mio corpo stava per cambiare e io ero in difficoltà [Áxel usa il finale in 'e' per esprimere un genere neutrale]. Non volevo che il mio petto crescesse o che avessi le mestruazioni.

-Cosa ti hanno detto a scuola la prima volta che hai detto di chiamarti Axel?

-Andai a scuola e improvvisamente mi dissero: "Ciao, Axel". Volevo proprio che lo dicessimo a tutti il prima possibile. Mia madre e mio padre avevano avvertito tutti, la voce si era diffusa e lo sapevano già e, senza ulteriori indugi, benissimo! L'unica cosa che è cambiata è stato il mio nome. Sono il primo ragazzo trans della mia scuola, ma non ci sono mai stati problemi. C'è stato un tempo in cui pensavo di essere lesbica. L'ho visto in TV e ho chiesto a mia madre cosa fosse e ho pensato che fosse quello che mi stava succedendo, ma poi ho capito che non era così.

-Ti sei sempre vestito allo stesso modo?
-Si', non mi piacevano per niente le gonne o i vestiti. Niente di rosa, no, no, no, no; se vedo qualcosa di rosa, me ne vado. A scuola avevo un'uniforme e dovevo indossare una gonna, ma no, no, no, no. Da quando mi sono messo i pantaloni, alcune ragazze mi hanno copiato, a scuola le lasciano fare.

-Perche' pensi che sia importante che tu racconti la tua storia a un media?

-Per aiutare, così non c'è il bullismo.

https://www.elperiodico.com/es/mas-personas/20190708/entrevista-nino-trans-save-the-children-7543231