PRIDE IN MESSICO: TRA INDIGENI CHE HANNO SEMPRE ACCETTATO L'OMOSESSUALITÀ E COWBOY GAY

PRIDE IN MESSICO: TRA INDIGENI CHE HANNO SEMPRE ACCETTATO L'OMOSESSUALITÀ E COWBOY GAY


Se c'è una cosa che rende unica la marcia del Gay Pride in Messico, sono le muxes. "La muxe è a metà tra uomo e donna; noi siamo il terzo sesso", spiega Yoselin Vázquez, una muxe, mentre sfila sul carro del suo collettivo durante la 41ª marcia del gay pride di Città del Messico.

In parole povere, un muxe è una donna trans ma con delle particolarità. La loro origine proviene da un gruppo indigeno di lingua zapoteca che risiede nella regione di Juchitán di Saragozza, nello stato meridionale di Oaxaca. Gli uomini che si identificano come muxes possono svolgere ruoli e avere preferenze sessuali sia per gli uomini che per le donne. Si identificano per il loro abbigliamento folcloristico, perché sono generalmente stilisti, ricamano costumi regionali femminili, realizzano ornamenti floreali e acconciature isthmeñe.

Tutte queste manifestazioni potevano essere osservate dagli oltre 700.000 partecipanti all'orgoglio messicano di questo sabato, mentre il loro carro andava lungo il percorso gridando "Viva l'istmo di Tehuantepec (la loro regione)!"o "Viva le muxes"; al ritmo della versione muxeña di "Bésame mucho" - "Bésame muxe" - e regalando generose dosi di mezcal, bevanda alcolica a base di agave, a coloro che avvicinavano al loro carro. Le madri indigene considerano una benedizione avere un figlio muxe.

Pochi carri dietro le muxes c'era il carro dei cowboy. Questo collettivo rompe con l'idea che non si possano svolgere alcune attività tradizionalmente associate agli uomini eterosessuali. "Quando ero candidato sindaco di Tijuana, la stampa mi chiedeva sempre come mi sentivo essere il primo aspirante omosessuale; non vedevano la persona", spiega Fidel Santiesteban, che viaggiava dallo stato di confine della Baja California, dove risiede, per sfilare nel pride della capitale con il suo gruppo di Vaqueros (cowboy) dall'Arizona. Per lui è stato facile avere un figlio con l'inseminazione artificiale con il marito, è stato sufficiente attraversare il confine con gli Stati Uniti.

Nonostante le peculiarità locali, il festival Gay Pride di Città del Messico ha anche una dimensione internazionale. Ne è prova la presenza di ambasciatori, di un contingente del Ministero degli Affari Esteri del governo del Messico o di associazioni come l'UNHCR per i rifugiati. Il rappresentante di quest'ultima in Messico, Mark Manly, ha denunciato che l'omofobia è in parte responsabile della migrazione dei gay centroamericani verso il Messico in cerca di asilo.

La marcia del Gay Pride è la figlia - o figlio - della cultura globale, ma anche se si celebra in tutto il mondo, con le stesse bandiere e gli stessi slogan, non mancano le differenze

- Se ti piace Notizie LGBT metti mi piace alla pagina facebook QUI -

FONTE: https://www.publico.es/internacional/orgullo-gay-ciudad-mexico-df.html