NASCONDERE L'OMOSESSUALITÀ NEL POSTO DI LAVORO: È DAVVERO SEMPLICE? E CONVIENE?

NASCONDERE L'OMOSESSUALITÀ NEL POSTO DI LAVORO: È DAVVERO SEMPLICE? E CONVIENE?


Le persone LGTBIQ+ subiscono molteplici tipi di discriminazione sul posto di lavoro. Può sembrare semplice dire "tieni la propria vita personale lontana dal contatto con gli altri". Apparentemente si risolve il problema dell'omofobia o della bifobia con un semplice "ognuno può andare a letto con chi vuole e non sono affari miei", come se fosse responsabilità delle persone LTGBIQ+ tenere segreta la loro vita affettiva per non subire alcun tipo di rifiuto. Ma questo, oltre ad essere grossolanamente ingiusto, non è così semplice. 

Dalla psicologia sociale del lavoro e delle organizzazioni hanno avuto luogo una serie di ricerche sulla discriminazione lavorativa di diversi gruppi sociali e il gruppo LGTBIQ+ è uno di quelli studiati a causa della realtà lavorativa che affrontano: nel mercato del lavoro in generale, e all'interno delle organizzazioni, non tutti sono trattati allo stesso modo.

La necessità di stabilire un clima di lavoro che favorisca l'inclusione

Per l'accettazione delle persone omosessuali, bisessuali, pansessuali e asessuali, così come di altri tipi di sessualità, la soluzione non è rimanere "nell'armadio", cioè nascosti, in certi contesti. È importante che sul posto di lavoro si stabilisca un clima di accettazione della diversità, perché il nostro posto di lavoro è uno dei luoghi dove passiamo più tempo, stabiliamo relazioni e costituiamo parte della nostra identità. Una persona che deve nascondere il fatto che, per esempio, ha un compagno dello stesso sesso o un compagno transgender, o che non vuole stabilire alcun tipo di relazione sessuale e/o affettiva con altre persone, deve mantenere quotidianamente un enorme segreto. Non potete parlare ai vostri colleghi di quello che avete fatto durante il fine settimana, o di che avete un nuovo partner, o che state per convivere, o qualsiasi altro aspetto della vostra vita personale ed emotiva. Non potete stabilire un livello di fiducia con il resto delle persone della vostra organizzazione, né potete invitare il vostro partner a qualsiasi tipo di evento frequentato da persone del vostro ambiente di lavoro.

Mantenere un segreto come questo non è facile, né lo è fingere o costruire costantemente discorsi falsi. Questo genera più stress e può portare a una tendenza all'isolamento, a una minore soddisfazione sul lavoro e alla perdita di un'importante fonte di sostegno sociale.

Se vi chiedete perché una persona possa avere il bisogno di nascondere la propria sessualità al lavoro, ci sono diverse ragioni. Una è che tra i colleghi sia diffusa la LGBTfobia (omofobia, transfobia, bifobia, ecc.) per esempio facendo battute o che alcune delle persone con cui spesso si deve lavorare esprimano apertamente idee omofobiche e nessuno le rimproveri. Ci può essere sfiducia perché la società ha ancora molti stereotipi sulle persone LGTBIQ+, a partire dai film italiani scadenti anni '70 con Pozzetto o Banfi o che per esempio le persone LGBTIQ+ siano più promiscue.

Si può anche decidere di nascondere la propria sessualità davanti ad altri colleghi dell'organizzazione per paura di essere licenziati dato che la precarietà nel lavoro è un problema dilagante. Inoltre, è possibile che nell'azienda si attuino comportamenti discriminatori più sottili, come un trattamento peggiore verso i lavoratori LGTBIQ+ o non contare su di loro per certe iniziative dell'organizzazione.

In generale, le persone LGTBIQ+ vedono quotidianamente come sono discriminate in molti settori della società, sono sottoposte a gravi stereotipi, alcune sono state rifiutate dalla famiglia e/o dagli amici, e in generale il loro processo di esternalizzazione della loro sessualità ha causato loro molti ostacoli emotivi. Perché dovrebbero pensare che nell'impresa nella quale lavorano sarebbero accettate semplicemente per come sono? Non è solo il fatto di essere accettati o rifiutati in modo diretto, ma tutti i comportamenti che il resto dell'organizzazione può avere nei loro confronti: scherzi, diffidenza, isolamento, mobbing, pettegolezzi, ecc. Ciò è fonte di vari conflitti a livello organizzativo e personale, senza contare che è un ulteriore ambiente sociale che deve muoversi verso l'inclusione e l'accettazione della diversità come norma.

In generale spesso più si è "nascosti", "ambigui" e circondati dal sospetto, più si è oggetto di scherni e diffidenza. Spesso quando si fa coming out, molti colleghi vengono "spiazzati" e in un certo senso ammirano il "coraggio" trattando la persona che lo ha fatto come pari.

Porre fine alla LGBTfobia sul posto di lavoro

Per combattere la LGTBBfobia sul posto di lavoro, è importante che le aziende, come organizzazioni, implementino iniziative per sensibilizzare e normalizzare la diversità affettiva. Colloqui, manifesti, incontri tra colleghi, corsi, ecc. che ci insegnino a creare un clima LGTB-friendly, cioè che faccia sentire a proprio agio e accettati tutti i tipi di persone, indipendentemente dalla loro identità e orientamento sessuale.

Inoltre quelli che fanno parte dell'organizzazione come colleghi possono fare la loro parte perché questo accada. Possono mostrare interesse per questo tipo di iniziative, o proporle, rimproverare qualsiasi tipo di comportamento omofobico o transfobico nell'azienda, sia direttamente che attraverso una denuncia al dipartimento delle risorse umane, se esiste, o discutendo la questione con altri colleghi per unirci contro questi comportamenti discriminatori e aggressivi. E non aspettandosi che la persona o le persone colpite prendano l'iniziativa o "si difendano da sole", perché non è una questione personale, ma un problema a livello sociale che riguarda tutti e tutte.

La difficoltà di trovare un lavoro

Ci siamo concentrati solo sull'aspetto del clima di lavoro e della diversità affettivo-sessuale. Tuttavia, ci sono altre fonti di discriminazione verso le persone LGTBIQ+ all'interno del mercato occupazionale, non dobbiamo dimenticare che si possono anche trovare più difficoltà a reperire un lavoro.

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Il lavoro per le persone transessuali o transgender

Un discorso a parte meritano le persone transessuali e transgender, che soffrono livelli di discriminazione e sono vittime di pregiudizi, stereotipi e aggressioni in misura maggiore perché il cambiamento di sesso è spesso visibile ed evidente. D'altra parte, meno le persone trans appaiono, più il resto della società potrebbe essere disposto ad accettarle, perché le differenze tra sesso e genere sono rese invisibili. La situazione arriva ad un livello tale che le persone trans hanno una difficoltà molto maggiore di altri gruppi ad essere assunti in un'azienda. Inoltre, non si tratta solo di transessualità, ci sono persone transgender, intersessuali, gender fluid e una grande varietà di casi in cui la loro identità di genere non si riduce all'aspetto di "un uomo" o "una donna".

FONTE: https://www.bekiapsicologia.com/articulos/homosexualidad-trabajo-sencillo-secreto/

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