GIGLAMESH ED ENKIDU: UN AMORE OMOSESSUALE DI 4500 ANNI FA (LA STORIA COME DOVREBBE ESSERE RACCONTATA)

GIGLAMESH ED ENKIDU: UN AMORE OMOSESSUALE DI 4500 ANNI FA (LA STORIA COME DOVREBBE ESSERE RACCONTATA)

Molti secoli prima che nascessero i faraoni, nelle pacifiche terre della Sumeria c'era un re che rifiutava la più bella delle dee per amare con tutte le sue forze un gigante chiamato Enkidu.

Circa 4500 anni fa alcuni scribi trascrissero su tavolette d'argilla una storia che veniva dalle origini del tempo, subito dopo il biblico "diluvio universale". Scritte in lingua arcadica e in scrittura cuneiforme, sono state scoperte circa 25.000 tavolette in cui appare questa storia d'amore tra due eroi dell'antichità.


Come i poemi omerici, questi due eroi ci raccontano una storia di confronto e ribellione tra uomini e dei. Gilgamesh era un re tanto bello quanto tirannico, la sua ambizione era insaziabile, il che provocava l'ira degli uomini e degli dei. Un dio chiamato Anu mandò un gigante per mettere le cose a posto, era Enkidu.

La lotta tra i due fu lunga e dura, il re sconfisse il titano e gli risparmiò la vita. Questo in cambio gli giurò fedeltà e amore eterno. Insieme iniziano una lunga storia di avventure alla ricerca delle erbe che davano l'immortalità e che il diluvio aveva fatto sparire.

È qui che appare la dea Ishtar, antenata di Venere o Iside, che si innamora appassionatamente del re sumero. Ma lui ha occhi solo per il suo grande titano e la rifiuta senza alcuna considerazione. Infuriata manda un toro ad uccidere Enkidu, la cui causa non è altro che il fatto di essere stata rifiutata. Ma con l'aiuto del suo re uccide il toro e possono continuare le loro avventure.


Ma la maledizione divina è caduta sul gigante che muore tra le braccia del suo amante addolorato. Viaggia negli inferi per ottenere le erbe magiche, in una missione da cui nessuno è riuscito a tornare. Ma lui riesce a tornare con questa, ma in una svista la perfida dea trasformata in serpente riesce a prendere la pianta dell'immortalità.

Infine il dio Anu vedendo le disgrazie del suo re permette l'incontro di quest'ultimo con lo spirito del suo amato Enkidu. Non hanno ottenuto l'immortalità desiderata, ma la felicità perduta. E così vediamo come il re tiranno finisce i suoi giorni come un sovrano sensibile e amorevole, capace di rifiutare l'amore di una dea per quello di un uomo. Gilgamesh è più di un eroe, è un umano, con tutti i limiti della sua condizione.


Il desiderio e l'amore non lasciano tracce storiche e quando si tratta di amore tra uomini la richiesta di prove diventa più rigida. Nonostante i termini erotici che contengono, l'evidente rifiuto dei favori della dea, il desiderio di amore eterno che si dedicano a vicenda, è difficile trovare un testo in cui storici o filologi ammettano apertamente questa relazione omoerotica. Si limitano a girarci intorno in punta di piedi o a negarla senza alcuna considerazione.

Un nostro lettore ci segnala la possibilità di leggere interamente il poema di Giglamesh online QUI.

FONTE: https://leopoldestape.blogspot.com/2014/07/gilgamesh-i-enkidu-los-amantes-sumerios.html

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