PERCHÉ IL GIORNO INTERNAZIONALE CONTRO L'OMOFOBIA E LA TRANSFOBIA È IL 17 MAGGIO?

PERCHÉ IL GIORNO INTERNAZIONALE CONTRO L'OMOFOBIA E LA TRANSFOBIA È IL 17 MAGGIO?


Il 17 maggio, come ogni anno, si celebra la Giornata internazionale contro la LGTBIfobia.

Ma perché si festeggia proprio in questo giorno?

Secondo la Dichiarazione Istituzionale in occasione della Giornata Internazionale contro l'omofobia, la transfobia e la bifobia, in questo stesso giorno nel 1990 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha eliminato l'omosessualità dalla lista dei disturbi mentali.

In questo modo, come sottolinea questa dichiarazione, il 17 maggio non si presenta solo come un giorno commemorativo, ma mira anche per rivendicare, a livello nazionale e internazionale, i diritti delle persone che fanno parte del collettivo.

Una lotta più che necessaria, dato che le discriminazioni e le disuguaglianze che ancora oggi affrontiamo sono molto numerose. Infatti solo recentemente questo evento ha cominciato ad essere celebrato dalle istituzioni, denunciando la discriminazione esercitata nei confronti del collettivo.

Allo stesso modo, nei sondaggi si afferma che, in Italia un gran numero persone appartenenti al collettivo LGTB+ non osano tenersi per mano con il proprio partner in pubblico e molti di andare in certi posti.

Ciò significa che la paura di queste persone di essere discriminate o rifiutate continua ad esistere proprio perché esistono ancora situazioni di disuguaglianza ed esclusione.

Infatti, secondo l'ultimo rapporto dell'International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association (ILGA World), ci sono ancora ben undici stati nel mondo in cui le relazioni consensuali tra adulti consenzienti dello stesso sesso possono essere punite con la morte.
Inoltre, nel 35% degli stati che compongono le Nazioni Unite, le relazioni tra persone dello stesso sesso sono ancora illegali.

È anche importante notare che le persone transgender spesso affrontano un livello più alto di discriminazione ed esclusione, specialmente le donne transgender, che lottano anche con molte difficoltà nell'accesso al mercato del lavoro e nell'ottenere un impiego. La transessualità è stata rimossa dalla lista delle malattie mentali dell'OMS solo nel 2018, il che è abbastanza significativo.

L'Italia è il più omofobo tra i paesi europei occidentali, avendo soltanto il riconoscimento di unioni civili senza possibilità di adozione; inoltre l'omofobia è così diffusa al punto che si sta creando un intenso dibattito su una cosa che sarebbe scontata come la protezione per persone LGBT.

Ci comunica Manlio Converti che rispetto alla dichiarazione del 17 maggio 1990 , oggi il mondo usa la Nota 2016 WPA in 6 linee guida completa di bibliografia scientifica... In Italia nonostante dal 2020 si sia licenziata addirittura la depsichiatrizzazione del transgenderismo con ICD-11, siccome usiamo ancora ICD-9CM di fatto il SSN considera ancora l'omosessualità una malattia mentale!

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